21 feb 2009

Dario Franceschini - nuovo segretario del PD -

ROMA (21 febbraio) - Dario Franceschini è stato eletto segretario del Pd dall'Assemblea nazionale del partito. Franceschini è stato eletto con 1.047 voti su 1.258 votanti, mentre a Parisi sono andati 92 voti. «Siamo entrati con uno stato d'animo e ne usciamo con uno diverso - ha detto Franceschini appena eletto - E' tornato l'ottimismo, la fiducia, la voglia di combattere. Adesso è la stagione dell'unità. Da oggi cominciamo a lavorare per un giorno nuovo».
Franceschini: aveva ragione Walter, serviva una scossa. - ha detto il nuovo segretario del Pd - E' tornato l'ottimismo, e questa è la prova che l'unico ad aver capito che cosa bisognava fare è stato Veltroni.
Serviva una scossa, un segnale di cambiamento e ringraziamo Veltroni per la sua scelta che è stata un atto d'amore verso il paritto che ha fondato».«Già so cosa diranno i giornali - dice Franceschini - Il mio è stato un discorso troppo di sinistra, troppo moderato, ma non mi interessa. Ho detto cose democratiche». Veltroni: Dario è il leader giusto. «Dario è la persona giusta per guidare il Pd - dice Walter Veltroni dopo l'elezione - La prima persona alla quale parlai delle mie dimissioni è stato lui. Gli dissi in quell'occasione che avrei voluto fosse lui a guidare il Pd verso le elezioni e il congresso. Come ho detto nel mio discorso di saluto, Dario è un uomo politico leale, forte e che crede in quel progetto del partito democratico come un soggetto nuovo che sia perno del riformismo italiano.
Questa era l'ispirazione del Pd nell'atto di nascita del partito al Lingotto, nelle primarie e anche nella campagna elettorale.
Le parole di Dario di oggi sono per me la conferma di questo giudizio. Dario è la persona giusta per guidare il partito verso le nuove sfide che penso potranno vedere per il Pd quei successi che merita. A lui voglio dare un abbraccio e rivolgere il più caloroso e affettuoso augurio di buon lavoro».
L'Assemblea si chiude con "Canzone popolare".
L'Assemblea nazionale del Pd, dopo aver eletto segretario Franceschini, ha chiuso i battenti con la "Canzone popolare" che caratterizzò la stagione dell'Ulivo e di Romano Prodi, una novità musicale rispetto all'assemblea che, sotto la segreteria di Walter Veltroni, aveva preferito altri inni, fra i quali "Mi fido di te" di Jovanotti.
L'Assemblea del Pd, riunita alla Fiera di Roma, stamattina aveva votato per eleggere un segretario subito, spianando la strada all'arrivo alla segreteria di Dario Franceschini, in attesa del congresso e della scelta di un nuovo leader che avverrà a ottobre. Con la decisione di eleggere oggi un segretario, non è passata dunque l'opzione di chi voleva andare entro un mese alle primarie per eleggere un nuovo leader dopo le dimissioni di Walter Veltroni. Per la segreteria è stata una sfida a due tra Arturo Parisi (che oggi aveva confermato oggi la sua candidatura) e Franceschini che ora, essendo stato eletto, rimarrà in carica fino al prossimo congresso del partito, che per statuto deve svolgersi entro ottobre.Sui 1.229 delegati - nemmeno la metà degli aventi diritto - erano stati 1.006 quelli che hanno votato per eleggere oggi un segretario, 207 i no e 16 gli astenuti. L'Assemblea è quindi passata alla presentazione delle candidature alla segreteria e all'elezione del nuovo segretario. «Questo è il momento della verità e non delle emozioni, serve chiarezza ed il momento in cui tutti insieme ci rimbocchiamo le maniche» aveva detto Franceschini, aprendo il suo discorso all'Assemblea nazionale del Pd subito dopo il via libera dei delegati all'elezione di un nuovo segretario. «Azzererò il coordinamento, il governo ombra e tutti gli organismi nazionali salvo la direzione», ha poi annunciato Franceschini. «Ricostruirò nuove forme collegiali - assicura Franceschini - e aprirò ai sindaci, ai segretari regionali e provinciali. Ma non farò nessuna trattativa con nessuno, sceglierò io, mi prendo la responsabilità. E chi batte le mani adesso - dice mentre la platea applaude - non venga a chiedere poi la nomina di qualcuno. Non sono qui per costruire il mio futuro personale. Il mio lavoro finisce ad ottobre. Io non avrò né padrini né protettori». «Se eletto giurerò a Ferrara sul testo della Costituzione di mio padre». La "standing ovation" dell'assemblea era scattata per Franceschini non sull'esposizione di nuova organizzazione del partito, di nuove alleanze o di nuove linee politiche, ma su un annuncio di carattere personale, familiare, anche se altamente simbolico e carico di un alto significato: se eletto alla guida del partito giurerà nella sua Ferrara su un testo della Costituzione tenuto gelosamente nella libreria dall'anziano papà. E' la frase che fa scattare in piedi tutta la platea e che conclude il suo intervento, con la promessa che il Partito democratico ce la farà.

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